Kosovo
e pulizia etnica
È fresco di stampa l'ultimo lavoro di Enrico Vigna portavoce per l'Italia del
forum di Belgrado per un Mondo di eguali e Coordinatore dei Progetti di
Solidarietà concreta SOS Jugoslavia e di altri numerosi incarichi.
Il titolo è “Kosovo 1999. Albanesi e milizie kosovare albanesi di autodifesa che
hanno lottato per la Jugoslavia”. Segue altre interessanti pubblicazioni
riguardanti l'Afghanistan, le guerre, l'Ucraina, il Donbass, la Siria, i
palestinesi e altro.
È un interessante lavoro durato un anno, di ricostruzione con testimonianze,
documentazione, fotografie e interviste - tra le quali una a Milosevic - di ciò
che è avvenuto nel 1999. Racconta la strategia dei terroristi separatisti, il
sabotaggio economico e sociale, i loro legami con gli Usa e il loro sostegno e
il finanziamento per le forniture di armamenti, gli sforzi profusi dal Governo
serbo per pacificare la situazione.
È una cronologia puntuale della campagna di terrore pianificato da UCK fin
dall'inizio per raggiungere i propri obiettivi strategici basati sul separatismo
nazionale rivolto alla secessione del Kosovo dalla Serbia e dalla RF della
Jugoslavia per annetterlo all'Albania e costruire la cosiddetta grande Albania
nei Balcani.
Questa pubblicazione dimostra, dati alla mano, cos'era il Kosovo - consegnato
all'UCK dopo l'occupazione NATO - fino al 1999 e com'è stato distrutto;
l'operato dell'UCK, il sistema terroristico che ha avuto molta forza nel 1989 in
particolare in Kosmet. Un sistema che non risparmiava né le donne né i bambini e
lo dimostra la mostruosa uccisione della famiglia albanese degli Hajra nel 2001.
Rapimenti di cittadini, torture sono stati una pratica costante confermata dai
cadaveri massacrati e torturati ritrovati e dalle testimonianze delle persone
fuggite dai separatisti albanesi. Una pulizia etnica che smaschera quella
propagandata dall'imperialismo, con la presenza delle forze internazionali KFOR
e UMMIK (missione ONU in Kosovo).
Ricostruisce storie vissute e sconosciute come quelle che la maggioranza dei
testimoni nel processo contro Ramush Haradinaj – primo ministro del Kosovo - al
tribunale dell'Aia hanno cambiato idea quando sono venuti a conoscenza che
Ramush Haradinaj sarebbe tornato a Pristina e avrebbe potuto prendere parte alla
vita politica. Alcuni spaventati anche dalla “visita” della “difesa” di Ramush
Haradinaj ai testimoni pronti a testimoniare, altri hanno ricevuto ingenti somme
di denaro, altri sono diventati membri e funzionari dell'alleanza per il futuro
del Kosovo, il partito di Hrandinaj.
Chi non si è piegato, come Hasan Rrustemi, pur essendo protetto dall'UNMIK, è
stato assassinato al mercato di Mala Krusa vicino a Prizren, con il messaggio
dell'UCK che tutti coloro che lavorano contro l'UCK avrebbero fatto la stessa
fine.
Un atto di memoria storica che mostra quanto l'occidente capitalista volesse la
guerra per distruggere la Jugoslavia e, al tempo stesso, è la ricerca della
verità e della giustizia.
cf
Kosovo 1999. Albanesi e milizie kosovare albanesi di autodifesa che hanno
lottato per la Jugoslavia”. Edizione “La città del Sole”, 178 pagine, euro 18
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